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Rischio demenza, così potrebbe ridursi: cosa dicono gli esperti

La demenza è una patologia che colpisce molte persone in tarda età, ma c’è un modo per ridurne i rischi.

Col tempo, il nostro corpo invecchia, ed è importante cercare di fare il possibile per arrivare a una vecchiaia in cui si è un buone condizioni, mentale e fisiche.

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La vita è straordinaria e ci sono molte cose da imparare e da vivere, per cui vale la pena rinunciare magari a qualcosa, per potersi mantenere sani e in forma fino alla fine. Provare a prevenire il rischio di avere la demenza, è certamente un qualcosa che vale la pena di fare.

Quando una persona si ammala e comincia a sviluppare i primi sintomi di demenza, lo si comprende dai seguenti segni. In primis, il paziente inizia ad avere perdita di memoria e difficoltà evidenti nello stare concentrato. Ma non è tutto, perché quelli che prima erano compiti che svolgeva con una certa facilità, ora sembrano essere molto duri da compiere.

E ancora, la persona può trovare complesso anche seguire un discorso oppure trovare le parole giuste da dire durante la conversazione. Si può mostrare confusione, soprattutto sul posto in cui ci si trova e l’umore è molto instabile. In un contesto del genere, è bene farsi visitare da uno specialista, per una diagnosi accurata.

Rischio demenza, uno studio suggerisce come ridurlo

Da quanto si apprende da una ricerca portata avanti dalla Rush University, in Usa, ci sarebbe un modo per ridurre il rischio di sviluppare la demenza senile.

Rischio demenza, uno studio suggerisce come ridurlo-atleticamontemario.it

Nel dettaglio, si tratta dell’avere una vita sociale attiva. Questa cosa può essere di aiuto nella prevenzione o anche nel ritardare lo sviluppo di questa patologia, in tarda età. Come riporta un autore della ricerca, Bryan James, «gli anziani meno attivi socialmente hanno sviluppato la demenza in media cinque anni prima di quelli più attivi».

Gli esperti, a tal proposito, chiariscono anche che «l’attività sociale può rafforzare i circuiti neurali del cervello, rendendoli più resilienti. Il comportamento sociale attiva le stesse aree del cervello coinvolte nel pensiero e nella memoria».

In sostanza, secondo lo studio, che ha visto valutare 1923 anziani non affetti da demenza senile, gli scienziati hanno concluso che avere un’attività sociale frequente può aiutare a ridurre del 38%, il pericolo di sviluppare tale patologia. Inoltre, così facendo si può anche ridurre il rischio, del 21%,  di sviluppare un leggero deterioramento dal punto di vista delle facoltà cognitive.

Anna Di Donato

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